Dopo un lungo silenzio rieccomi qui, a rendere conto di
un'altra "sana" gita di trekking in montagna! Questa
volta il menù prevedeva una uscita nell'alta Val d'Enza,
sui monti tra Parma e Reggio Emilia.
Al solito, al mattino ho aperto gli occhi e il primo
pensiero è stato: "Ma chi me lo fa fare?". Naturalmente,
lo so benissimo chi me lo fa fare: la passione per la
montagna e la voglia di trascorrere una giornata in
buona compagnia. Per cui, alle 7.00 eccomi pronto,
sebbene non molto carico (per questo occorre qualche
caffè!) davanti all'Hotel Lux. Nelle aspettative, questa
doveva essere la classica gita da fine luglio,
rilassante... e con poca gente, perché si immagina che
il periodo sia sfruttato dai più per andare in ferie.
Invece, una volta al Lux... SORPRESONA: oggi il gruppo è
composto da ben 18-20 persone! ...?... Come 18-20? Sono
18 o 20?!? Be', è una cosa controversa: forse è anche
per questo che durante il trekking Enrico,
l'organizzatore del giro, ci ha contato più e più volte!
Comunque alla fine si è appurato che eravamo 19
partecipanti più due cani. Certamente una cosa che fa
piacere... Nel gruppo che si è formato si trova di tutto
un po': veterani Azimut e non, gente "collaudata", new
entry... e soprattutto due "superstiti" del corso di
trekking, che evidentemente hanno deciso che l'Azimut fa
proprio al caso loro: un enorme grazie, dunque, a
Mauro e Valentina, che
durante il giro hanno dimostrato tutto il loro valore:
due buoni acquisti per il futuro!
Partiamo alle 7.20 (un po' in ritardo sulla tabella di
marcia...). Sosta obbligata al Bar del Muraglione, dopo
Sassuolo, per fare una doverosa colazione (gnocco fritto
a go-go!) e poi via, verso l'Infinito e oltre! Eh già,
perché solo dopo un'infinità di chilometri,
curve e giravolte giungiamo alfine a Succiso Nuovo, dove
dovremo iniziare a camminare! Ormai sono le 9.45: il
ritardo sulla tabella di marcia è aumentato, ma che
volete farci? Al gnocco fritto del Muraglione non si
comanda... Tra trovare un parcheggio, infilarsi gli
scarponi da trekking e discutere con una vecchietta
scorbutica a causa di una cancellata A CUI NON DOVEVAMO
ASSOLUTAMENTE APPOGGIARE GLI ZAINI(!!), alla fine
iniziamo anche a marciare: sono già le 10.05. Se non
altro, il tempo è meraviglioso: in cielo non c'è una
nuvola, la temperatura è mite e soffia una dolce brezza.
L'allegria e l'ottimismo si diffondono nel gruppo: una
giornata simile ci voleva proprio dopo tante gite
"annegate" nel diluvio, nel freddo e nella nebbia!
L'ascesa è graduale, almeno fino a quando non giungiamo
in un prato alla base della vera e propria salitona:
quella da fare per raggiungere il Rifugio "Città di
Sarzana" dove pranzeremo. Durante la (dura) arrampicata,
giungiamo ad un bivio del sentiero e, senza pensarci due
volte, prendiamo per il sentiero a destra. Oh,
finalmente un po' di discesa! ...Peccato che abbiamo
sbagliato strada e ce ne accorgiamo solo dopo un po'.
Dobbiamo quindi rifare a ritroso tutta la discesa
(che ora è diventata SALITA!) per ritornare al bivio
iniziale. Non per questo, però, si esauriscono scherzi e
battute... queste cose si devono prendere sportivamente,
che diamine! Alle 13.00 raggiungiamo il "Sarzana". Il
rifugio è piccolissimo e dentro proprio non ci si sta:
in compenso, lì accanto si stende un piccolo ma stupendo
lago, con l'acqua di un verde smeraldo mai visto.
Pranziamo sulle sue rive, mentre i cani al nostro
seguito (prima fra tutti la famosa Sofia, che ormai è la
nostra mascotte) si siedono "regalmente" nell'acqua
bassa e ci guardano soddisfatti come in cima ad un
trono! Il pranzo (ma per la verità tutta la gita) è
l'occasione per fare emergere le personalità più
esuberanti del gruppo, mentre gli altri bagnanti
guardano straniti. Ma se ci siamo divertiti è proprio
merito di gente come Raffaella e suo
marito Paolo... Vito,
oggi molto espansivo - e ti credo: ha appena comprato
una nuova Mercedes! Ha finito di farsi scarrozzare dagli
altri: ora è il nostro turno! - un Lucio
redivivo e riconsegnato alle uscite di trekking (per una
volta la bicicletta può attendere...) e Gilberto,
al massimo della forma! Per non parlare degli altri...
Il pranzo termina in un piccolo "abbiocco" generale,
perchè l'alzataccia mattutina è stata dura per tutti.
Alle 13.50, però, siamo di nuovo in piedi: si va a
prendere un caffè al rifugio e poi via, verso la vetta
del monte Acuto, proprio sopra di noi.
Malgrado l'ora pomeridiana il clima si mantiene mite, e
raggiungiamo la forcella del monte con poca difficoltà.
La vetta è poco più oltre, ma chi ci andrà?!? Vengono a
galla le prime defezioni causa stanchezza: dopo tanto
discutere sull'ardimento che tutti gli Azimutiani
dovrebbero avere, partono alla conquista della vetta
solo un ristretto gruppo, "l'elite" di
rappresentanza. Tra essi il "neo-Azimut" Mauro,
Monica (la rappresentante/emissario del
Consiglio!), il sottoscritto, Raffaella e pochi altri.
Raggiungiamo di slancio la cima (mt. 1785 - circa-), e
qui ci fermiamo ad ammirare un panorama più unico che
raro. Siamo a cavallo tra Emilia e Toscana, e nell'aria
tersa riusciamo a distinguere perfettamente i dettagli
più minuti: pare quasi di poter toccare i paesini che si
offrono sornioni al nostro sguardo, accucciati sulle
pendici dei monti. Un paio di foto di gruppo sono
obbligatorie... ma solo un paio, perchè le pile della
macchina fotografica si esauriscono e dopo non ci sono
santi... abbiamo chiuso col servizio fotografico! Per la
cronaca, oggi sono io "l'incaricato" delle foto: mancano
infatti tutti i fotografi ufficiali, per cui questo
"sporco" lavoro doveva pur essere portato avanti da
qualcun altro... Se poi la mia prima esperienza come
fotoreporter sia stata un successo o un fallimento, si
vedrà dalle foto che compariranno sul sito Azimut. Nel
caso, imploro clemenza!
Radunato di nuovo il gruppo, riprendiamo la strada del
ritorno. Sono le 15.00 (almeno credo) ed è l'inizio di
UNA LUNGA MARCIA che ci porterà a guadagnare l'Hotel Lux
a Modena solo alle 20.45! Per il momento la prima tappa
è ancora il Rifugio Sarzana, raggiunto con facilità. Da
lì proseguiamo senza soste lungo un sentiero alternativo
a quello dell'andata, che ci porterà a Succiso Nuovo e
alle macchine con il più classico dei giri ad anello. Il
morale è alto, anche se la stanchezza inizia a farsi
sentire. Il sentiero scende prima ripido poi più
graduale verso valle, attraversano un bosco enorme e
davvero suggestivo: quando c'è bel tempo davvero pare
che la natura intera sorrida, anche negli angoli più in
ombra del sottobosco! La discesa è senza storia: ci
fermiamo un paio di volte incerti sul da farsi perché
non vediamo più segni CAI, ma grazie al decisionismo di
Raffaella, al fiuto dei cani e a una certa dose di buona
sorte, riusciamo sempre a trovare la giusta direzione.
Cammina cammina... la meta è ancora lontana: come
ingannare il tempo? C'è chi si improvvisa juke box e
inizia a cantare famose canzoni degli anni '70-'80, con
un più o meno nutrito coro di sottofondo. Si tirano in
ballo cantautori importanti quali Guccini, Bertoli, De
Andrè... man mano che il tempo passa, però, si inizia a
raschiare il fondo del barile, spingendosi fino agli
anni '60... Ah, gioventù!!! Presto anche il repertorio
si esaurisce(tranne Gilberto che spara ancora notevoli
cartucce, come le ballate che i genitori gli cantavano
da piccolo!), perciò si cambia ambito. Ora è la volta
dei "gloriosi" film di una volta: "Sbarco in
Normandia", "La battaglia dei giganti", "Il
diavolo alle quattro", e chi più ne ha.... Lucio in
particolare è molto ferrato in materia (mentre Monica,
al contrario, era il Juke Box canterino!). Alla fine,
tra revival, canti e discussioni varie (anche incentrate
sulla classica domanda: "dove si va in ferie?"), alla
fine raggiungiamo le automobili. Malgrado i trekkisti
canterini, il tempo si mantiene eccezionale, e anch'io
sono soddisfatto perchè sono riuscito a scattare altre
foto dopo la vetta. Questo grazie a Sabrina,
un'ospite della gita (cioè una non iscritta all'AZIMUT,
ma che ha voluto unirsi a noi per l'occasione!), che ha
generosamente offerto due pile ricaricabili, con cui ho
potuto proseguire il mio importante compito di
fotoreporter free lance! Spero ne sia valsa la pena!
Sono le 17.55. Si ritorna? Non ancora... un rapido
cambio di calzature e magliette e poi ecco l'IMMANCABILE
MERENDONE, direttamente dalle nostre dispense! Vino,
bibite, tre o quattro torte, patatine... praticamente
è un pranzo post-gita, come da tradizione nel nostro
"gaudente" club. E, sempre come al solito, l'unico
cruccio che aleggia è la consapevolezza che tutte le
calorie perse durante il trekking sono riacquistate con
gli interessi in pochi minuti... MA CHI SE NE FREGA!! E'
sempre così piacevole fare "gruppo" un'ultima volta,
prima di tornare a casa...
Nient'altro da aggiungere: è stata davvero un'ottima
gita, con una bella compagnia e un'organizzazione sempre
all'altezza. Un GRAZIE vivissimo dunque prima di tutto
ad Enrico, che ha proposto il giro. Poi a tutti i
partecipanti: è merito loro, del loro entusiasmo e della
loro allegria se anche questa gita di mezza estate è
riuscita con tutti i crismi! Sono proprio queste le
giornate che fanno capire di che cosa sono fatte le gite
Azimut: trekking, compagnia e voglia di scherzare...
insieme!!.