AZIMUT CLUB ESCURSIONISMO NATURA
TREKKING VIAGGI
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Sabato 29/Domenica 30 Agosto - Escursione in
Val Ridanna (Bz) e Giro dei 7 laghi
Prima uscita dopo le vacanze estive, con
una gran voglia di camminare (inversamente proporzionale
all'allenamento fisico, che è decisamente di sotto della
norma!!!).
Si parte all'alba (ore 6,30)
perché ci attende un lungo tragitto in autostrada prima di
arrivare a Vipiteno: per fortuna il traffico è scorrevole.
Siamo in sette, ma rischiamo presto di rimanere in sei
perché Gilberto, evocando pioggia e neve durante tutto il
viaggio e richiamando nuvole e temporali, per poco non viene
scaricato in una piazzola ed abbandonato lì.
Pazienza, ormai il danno è fatto... in
fondo avevamo tutti bisogno di un po' di fresco! Quando
arriviamo in Val Ridanna sta ancora piovendo
ed iniziamo la nostra escursione proteggendo adeguatamente
gli zaini.
La valle è in parte coperta dalla nebbia
ed a tratti lascia apparire cascate e torrenti ricchi
d'acqua. Poco dopo smette di piovere; dopo un buon panino ed
un po' di frutta, finalmente anche la salita appare meno
faticosa. Si alza il vento ed il cielo si apre,
permettendoci di fotografare un'incantevole panorama. Come
indicato sul programma la salita è notevole (880 m di
dislivello!) e la fatica si fa sentire, ma ormai si vede il
piccolo Rifugio "Vedretta Piana" che ci attende; così, con
un ultimo sforzo raggiungiamo l'agognata meta. Dal "Vedretta
Piana" si può vedere l'altro rifugio, più grande, il
"Vedretta Pendente", lassù, sulla cima. E' la base di
partenza ideale per l'escursione verso il ghiacciaio,
riservata però solo a chi è attrezzato di ramponi, grande
esperienza e più giorni a disposizione.
Siamo tutti un po' stanchi e la maggior
parte di noi, dopo la conquista di un letto, ne approfitta
per schiacciare un salutare pisolino. Il rifugio è piccolo
ma ben curato anche se, purtroppo, senza doccia e con il
bagno all'esterno. Il gestore (sudtiroler!!) impartisce
ordini (Rauss, Verboten, ecc.) e ci illustra
pedantemente il regolamento per metterci un po' in riga (Ach,
ach... questi italiani indisciplinati, escursionisti Azimut,
si fanno sempre notare!) ma alla fine si lascia sfuggire
anche qualche sorriso... il diavolo non è poi così brutto
come si dipinge!!! :-)
In serata si alza il vento e si scatena
un forte temporale ma noi ci godiamo il calduccio e ci
gustiamo da cima a fondo un'ottima cena.
La domenica mattina si presenta con un
sole meraviglioso ed un cielo blu cobalto che mette in
risalto le alte vette. Ci attende un lungo percorso, perciò
imbocchiamo ben presto il sentiero scelto dalla nostra guida
Roberto, dopo un accurato studio della cartina. Prendiamo
atto con tristezza che il ghiacciaio, anni fa ben visibile
dal rifugio, si è notevolmente ritirato a causa dei noti
cambiamenti climatici.
Lungo il percorso incontriamo greggi di
pecore, molti corsi d'acqua e finalmente il primo dei sette
laghi. Il paesaggio è bellissimo, senza foschia, anzi con
tanto sole: l'ideale per scattare foto!
Si continua sul tracciato alto,
panoramicamente più bello, e ad uno ad uno appaiono gli
altri laghi, piccoli e grandi, punteggiati da pennacchi
bianchi tipici delle torbiere. Si procede sempre in salita,
ma dov'è finita quella lunga discesa di cui si parlava sulla
scheda? Roberto dice che in realtà ha un po' attenuato le
difficoltà per non spaventarci e scopriamo che non ci è
stata detta tutta la verità. Possiamo dire che per la fatica
questo giro potrebbe competere con quelli, mitici,
organizzati da Angela e suggeriamo alla guida di riscrivere
adeguatamente la scheda.
Scherzando, scherzando, qui si sale
sempre ma ne vale decisamente la pena perché attraversiamo
montagne di ogni colore: le rocce variano dal bianco candido
al verde, rosso, nero, oro e marrone per effetto della
ricchezza di minerali in esse presenti (non per niente
questa è la valle delle miniere!). Si sale talmente in alto
che riusciamo a vedere anche il ghiacciaio del monte Capro:
impressionante!
Dopo aver completato il giro dei laghi,
finalmente si imbocca la valle ed inizia la discesa, ma non
si tratta comunque di rose e fiori. Il dislivello è notevole
e si continua a fare molta fatica, specialmente nella zona
vicino alla miniera dove percorriamo un tratto lastricato
con una pendenza impressionante. Nell'ultimo tratto del
sentiero finalmente ci rilassiamo un po' e ci concediamo
anche una sosta per toglierci gli scarponi e rinfrescarci
nell'acqua gelida del torrente.
Ormai la stanchezza è ai massimi livelli,
ma siamo finalmente arrivati alle automobili e ci attende il
meritato merendone.
Morale della gita?
Un bellissimo fine settimana ed un
ottimo inizio per la ripresa delle nostre camminate
Azimutiane.
Monzani Daniela
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